La questione infrastrutturale è una questione complessa che ha molto a che vedere con la disuguaglianza del reddito, infatti dove maggiore/migliore è la dotazione infrastrutturale, più bassa sarà la disuguaglianza del reddito.
Da sempre ogni miglioramento infrastrutturale ha un impatto marginale che è proporzionalmente maggiore, in termini di massimo e migliore accesso a opportunità produttive, per gli strati più poveri della popolazione.
Ma come si misura una dotazione infrastrutturale? La maggior parte dei lavori empirici sul tema utilizza un’unica misura infrastrutturale, in qualche caso di stock (come ad esempio la copertura della rete telefonica), in altri casi di flusso (come l’ammontare di investimenti).
Se da un lato l’utilizzo di una singola misura permette di cogliere la cifra principale della relazione tra dotazione e disuguaglianza, dall’altro però rischia di ridurre la ricchezza e la complessità di tale relazione.
Infatti la dotazione infrastrutturale si può (e, ove possibile, si deve) misurare lungo innumerevoli dimensioni, come per esempio nella quantità e qualità dell’offerta di trasporto, istruzione e cultura, sanità, infrastruttura tecnologica (IT), energia, etc.
Ciascuna di queste dimensioni ha un impatto specifico sulla disuguaglianza del reddito e viene valutata sulla base di un indicatore generale che prevede a sua volta 10 sotto-indicatori che misurano le dimensioni specifiche della dotazione infrastrutturale.
Sette misure dedicate alle infrastrutture economiche: rete stradale, rete ferroviaria, porti, aeroporti, reti per la telefonia e la telematica, reti bancarie e di servizi vari, impianti e reti energetico-ambientali e 3 misure che valutano le infrastrutture sociali: strutture per l’istruzione, strutture culturali e ricreative, strutture sanitarie.
In un’ottica di valutazione è importante ricordare che la categoria infrastrutture di cui stiamo parlando, costituisce a sua volta una categoria di valutazione per quanto riguarda le economie innovative.
Secondo il WIPO, World Intellectual Property Organisation, che ogni anno tramite il Global Innovation Index stila la classifica delle economie innovative maggiormente performanti, la categoria infrastrutture è uno degli ambiti di valutazione; le altre sono: Istituzioni, Capitale Umano e Ricerca, Livello di Sofisticazione del Mercato, Livello di Sofisticazione del Business, Conoscenza e Risultati Tecnologici, Risultati Creativi.
L’Italia che nella classifica generale 2022 si è posizionata al 28° posto, si piazza al 26° posto per quanto riguarda la classifica di categoria dedicata alle infrastrutture.
CDP nel suo ruolo di facilitatore di politiche per lo sviluppo delle infrastrutture attraverso finanziamenti e garanzie si pone al fianco delle grandi e medie imprese per aiutarle a essere protagoniste del miglioramento delle performance innovative della nostra economia.
Sul sito di CDP è quindi possibile consultare la nuova sezione infrastrutture dedicata alle imprese per la crescita infrastrutturale del paese, pensata per approfondire l’offerta di strumenti che CDP mette a disposizione per incrementare lo sviluppo efficiente delle reti energetiche, del trasporto e delle telecomunicazioni, unitamente alle possibilità offerte per la costruzione di scuole e ospedali più moderni e al miglioramento della qualità dei servizi pubblici urbani.
Scopriamo come CDP, azionista di importanti realtà infrastrutturali italiane e partner della Commissione Europea: promuove e finanzia i maggiori progetti infrastrutturali italiani, accompagnando le imprese in percorsi di internazionalizzazione nei Paesi OCSE, sostenendo piani di investimento di medio-lungo termine con un’offerta di soluzioni finanziarie specifiche per ogni singolo intervento, anche in pool con il sistema bancario; impegnandosi a portare avanti progetti ecosostenibili e di riqualificazione infrastrutture sociali.
Approfondimenti
BePink MashUp – Soluzioni per le Imprese di CDP & Indice di GINI.